L’area interessata è quella tra le vie Alberti, Brunelleschi e Remesina --Comunicato stampa n.239 del 16/10/2014

Il Consiglio comunale di giovedì 9 ottobre ha autorizzato la presentazione di un Piano particolareggiato di iniziativa privata che interessa l’area di 47 mila metri quadrati compresa tra le vie Alberti, Brunelleschi e Remesina interna. L’assessore all’Urbanistica Simone Tosi ha spiegato in aula come quest’area, sempre rimasta a vocazione residenziale, fosse una sorta di residuo del Prg precedente l’attuale e confermata dal Prg in vigore dal 2002. Ricordando come gli attuatori abbiano sei (più sei) mesi per presentare questo Piano e dieci anni per realizzarlo, Tosi ha rammentato come “sarà il Consiglio comunale dopo l’esame della Commissione competente ad esaminare questo documento valutando eventuali osservazioni. Poi verrà stipulata una Convenzione urbanistica, con relativa fidejussione a carico dei privati per gli oneri di urbanizzazione primaria. Si tratta di un mero passaggio burocratico”. Rispondendo ad alcune domande dei consiglieri Tosi ha poi spiegato, coadiuvato da Norberto Carboni, Dirigente del settore, come su quest’area in base agli indici di edificabilità potrebbero essere costruiti 470-500 alloggi; poi che i due proprietari del terreno hanno circa mezzo milione di euro di Ici da pagare al Comune, con un accertamento di tre milioni di valore dell’area in questione, e hanno pendenti ricorsi avversi al Comune proprio in merito a questi versamenti. “Finche non c’è una Convenzione sottoscritta si può intervenire e il Consiglio comunale, in assenza del nuovo Piano Strutturale Comunale, può trasformare l’ambito urbanistico attraverso Varianti ad hoc. Se invece si decide di dare diniego all’autorizzazione alla presentazione del Piano – ha continuato Tosi - si blocca il diritto edificatorio e anche i pagamenti. Ovviamente se così si agisce, visto che nel 1984 questi diritti li avevamo concessi ai proprietari, gli attuatori potrebbero ricorrere se si ritengono danneggiati e chiedere ai consiglieri un risarcimento”.
Il capogruppo di Forza Italia Massimo Barbi ha spiegato in aula che indici di edificabili ‘1 su 1’ “rendono difficile oggi realizzare questo intervento, che significa 3000 persone in più in quest’area. Io credo che gli attuatori non abbiano nessuna intenzione di fabbricare, anche se mi chiedo perché pagare 30-40 mila euro di Ici per anni per niente, ingessando una parte della città a nord e impedendo l’edificabilità di altre aree vicine”. E se Giorgio Verrini (capogruppo di Carpi Futura) ha poi definito benemeriti coloro che hanno fermato lo sviluppo in quella zona Cristian Rostovi (Ncd-Fdi-An) ha richiesto scelte politiche chiare per dire basta all’edificazione di nuove aree nel nuovo Psc. Marco Reggiani (Pd) ha invece domandato alla Giunta di velocizzare il percorso che porterà al nuovo Psc e anche al secondo stralcio del Piano della Ricostruzione mentre Luca Severi (M5S) ha ricordato come in città ci siano 1500 alloggi vuoti di cui 200 nuovi e che “il boschetto di 23 mila metri quadrati cresciuto in quest’area negli ultimi decenni è di una bellezza infinita, visto che la natura si è ripresa il territorio. Possiamo dare un’idea di sviluppo della città, obsoleto sarebbe dare l’ok all’autorizzazione alla presentazione di questo Piano”.
Roberto Benatti (Forza Italia) ha detto dal canto suo che quello in discussione è l’ultimo atto con il quale il Consiglio potrebbe bloccare le costruzioni su quest’area “perché poi sarà la Giunta a decidere. Riflettiamoci un mese per pensarci bene, stiamo parlando di immobili per 100 milioni di euro di valore. Approvare la delibera significa mettere per i proprietari un punto fermo per prendere tempo per dieci anni. E se qui si spostassero tante persone carpigiane, in poco tempo e senza servizi peraltro, altre zone di Carpi diventerebbero ghetti, oltre a quelle che già ci sono”. Paolo Gelli, capogruppo Pd, ha esordito ricordando che “se avessimo la bacchetta magica per tornare al 2000 o al 1984 il Consiglio farebbe certamente scelte diverse sullo sviluppo della città e sui principi del Prg, che comunque è lo strumento urbanistico che abbiamo di fronte. Il quadro ora è notevolmente mutato rispetto ad allora e auspico che la discussione sul Psc venga fatta ripartire in fretta e che il civico consesso possa essere messo in condizione di esprimersi al più presto. Cambiare destinazione d’uso di aree private? Va comunque chiesto ai proprietari”. Sull’area in discussione Gelli ha ricordato che le opere di urbanizzazione sono state già fatte a suo tempo e che il bosco esistente va preservato nel caso andasse avanti il progetto di costruire qui.
L’assessore Tosi ha poi precisato che gli indici edificatori sono di 0.35 su 33 mila metri quadrati teorici edificabili, “e ciò significa 300 appartamenti per 6-700 abitanti in tutto. Bisogna certamente avviare nel più rapido tempo possibile il percorso di adozione del Psc, e ci impegniamo a farlo, dove non ci saranno nuove aree di espansione della città: sarà a volumi zero. Presto porteremo poi alla vostra attenzione nuove Varianti che modificano destinazioni d’uso produttive-residenziali nelle frazioni tornando a renderle agricole. E ricordo infine – ha detto - che proprio grazie ai tanti alloggi sfitti presenti a Carpi siamo riusciti a non lasciare cittadini sfollati nei moduli prefabbricati come è avvenuto altrove”.
Al momento del voto tutti i gruppi presenti in aula hanno votato contro la delibera di autorizzazione alla presentazione del Piano, ad esclusione del Pd. In precedenza era stata presentata una proposta di sospensiva della votazione, bocciata dalla maggioranza e votata dai soli gruppi di minoranza.
 

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