Proposto da diversi gruppi, chiede anche uno studio su un nuovo ospedale Comunicato stampa n.315 del 27/12/2012

Nel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 20 dicembre è stato discusso un ordine del giorno sulla programmazione dei servizi ospedalieri nell’area nord. In particolare il documento, firmato dai consiglieri Baggio e Andreoli del PdL, Dalle Ave e Depietri del Pd, Bizzarri dell’Idv e Verrini e Pivetti di ApC, chiedeva tra l’altro l’istituzione di un tavolo tecnico per lo studio di fattibilità di un nuovo ospedale nella zona nord di Modena e di programmare incontri con la direzione dell’AUsl per fare il punto post sisma sulle strutture ospedaliere.
Il Sindaco Enrico Campedelli ha ricordato aprendo il dibattito come questo documento fosse già stato discusso nei Consigli comunali di Mirandola e Finale e come il tema fosse fondamentale per questo territorio, “per il quale si sta discutendo anche di un riordino istituzionale nell’ambito del quale si dovrebbe anche mettere mano agli assetti sanitari, tenendo conto della diminuzione delle risorse disponibili”.
Lorenzo Paluan, capogruppo della Lista Carpi a 5 Stelle-beppegrillo.it-Prc, ha dal canto suo criticato il Piano Attuativo Locale della Sanità (PAL) che non è più adeguato ai mutamenti intervenuti negli ultimi mesi e che dovrebbe mettere al centro strutture più vicine ai cittadini e che possano fornire servizi di qualità in provincia e non megastrutture come l’ospedale di Baggiovara. Giorgio Verrini (ApC) ha ribadito come dopo il sisma tutto sia cambiato anche per le strutture ospedaliere, come una megastruttura sia difficilmente controllabile pure dal punto di vista economico e come sia importante che il rientro delle varie specialità nel nosocomio carpigiano avvenga nei tempi giusti. Daniela Depietri (Pd) dal canto suo ha detto che lo studio di fattibilità proposto dall’odg in discussione potrebbe anche arrivare a spiegare come non serva un altro ospedale o magari individuare un’altra area rispetto a quella già individuata da alcuni. “Importante è lavorare assieme all’area nord della provincia, pensare anche in modo innovativo al futuro del nostro Ramazzini – ha spiegato – con l’obiettivo di non sprecare risorse e fare il meglio per i cittadini”. Spendere meglio investendo più nella domiciliarità e sul territorio e meno nell’ospedalizzazione è stato l’assunto che ha portato al dibattito l’altra sera Francesca Cocozza (Pd) mentre il capogruppo PdL Roberto Andreoli invece ha sottolineato in apertura del suo intervento che la Direzione dell’AUsl ha già detto che non ci sono soldi per un nuovo ospedale: comunque “il Consiglio comunale deve dare un’indicazione politica su questo tema al di là delle affermazioni dei tecnici, magari anche rimettendo in discussione il PAL. Le nuove sale operatorie del Ramazzini non ci facciano distogliere l’attenzione dal tema vero, che è anche legato al ruolo che potranno avere in futuro i nosocomi di Mirandola e Finale, danneggiatissimi dal sisma”.
L’assessore alle Politiche sociali e sanitarie Alberto Bellelli ha poi preso la parola per dire che “dal 20 al 29 maggio abbiamo capito cosa voleva dire un ospedale d’area, visto che il Ramazzini è diventato punto di riferimento per tutta l’area nord, con servizi capaci di interconnettersi con quelli di altri territori. E questa – ha affermato - può già essere una riflessione che può essere contenuta nel Piano di fattibilità che richiede questo ordine del giorno. In sede di spending review per il nostro territorio si parla di 30 milioni di euro in meno per la sanità: una nuova risposta alle esigenze dei nostri cittadini potrebbero essere le strutture intermedie e le Case della salute, ma sono soluzioni che vanno studiate”.
Il consigliere Pd Marco Bagnoli ha auspicato intervenendo anch’egli come “si possa provare a sognare tenendo i piedi per terra” spiegando poi che “si può dire no al criterio baricentrico per decidere la localizzazione di un nuovo ospedale. E’ importante che questo studio di fattibilità sia piuttosto basato su un progetto tecnico-politico condiviso, in base al verbo armonizzare, nella massima trasparenza”. Giliola Pivetti, capogruppo di Alleanza per Carpi, ha detto poi che lo studio di fattibilità fatto oggi può comunque valere anche domani: “al di là dell’aspetto edilizio ci interessa dal punto di vista organizzativo. Serve una persona che faccia da nostro referente all’interno dell’Azienda Usl per l’intera area nord, per definirne il futuro progetto sanitario e per non farci scippare i fondi da Modena”. Il capogruppo dell’Idv Andrea Bizzarri dal canto suo ha invece proposto di innescare un ragionamento interprovinciale sulla sanità, definendo sì un referente per il nostro territorio per poi fare passi ulteriori sulle risorse, considerando che il Ramazzini ha non solo lacune strutturali ma anche organizzative. “Comunque l’ospedale non potrà a causa delle sue dimensioni contenere tutti i servizi e tutti i reparti. Al di là del tema dei pochi soldi a disposizione pensiamo a quali di questi possiamo accentrare e quali no”. Argio Alboresi, capogruppo della Lega nord, ha ricordato come non sia il Consiglio comunale a decidere su temi come quelli legati agli ospedali e come ancora tante persone siano in situazioni problematiche causa sisma. “Siamo realistici, non ci sono i mezzi…”.
Il capogruppo Pd Davide Dalle Ave infine ha ribadito come sia importante non abbandonare il dialogo avviato con l’area nord della provincia e non sottrarsi ad un ragionamento fatto da un punto di vista di area vasta, “puntando ad un diverso assetto istituzionale della sanità. Fuori dall’emergenza terremoto sarebbe più difficile portare avanti questo tema”.
Al momento del voto il Consiglio comunale si è pronunciato in modo unanime a favore del documento, ad esclusione dei gruppi Carpi a 5 Stelle e Lega nord.
 

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