COMUNE DI CARPI
In collaborazione con
PROVINCIA DI MODENA
CCIAA DI MODENA
OSSERVATORIO DEL SETTORE
TESSILE ABBIGLIAMENTO
NEL DISTRETTO DI CARPI 6° RAPPORTO
Sintesi dei principali risultati
Aprile 2002
R & I
Ricerche e Interventi
di politica industriale e del lavoro
L'Osservatorio del settore tessile abbigliamento nel distretto di Carpi è promosso dal:
Comune di Carpi Assessorato alle Politiche di Sviluppo Economico
e Lavoro
Via S. Manicardi n. 41 41012 - Carpi (MO) Italia
Tel. 0039/059/649541
E-mail: economia@carpidiem.it
Website: www.carpidiem.it
e realizzato dall'Istituto di ricerca:
R&I s.r.l.
Ricerche e Interventi di politica industriale e del lavoro
Via C. Marx n. 95 41012 - Carpi (MO) Italia
Tel. 0039/059/695848 - fax 641945
E-mail: info@r-i.it
Website: www.r-i.it
Gruppo di lavoro:
Coordinamento del progetto e cura delle parti 1, 2.1, 2.2, 3.1, 4: Daniela Bigarelli
Coordinamento rilevazione e cura delle parti 2.3 e 3.2: Monica Baracchi Elaborazione
dati: Cristina Fregni
Si ringraziano le Imprese per la preziosa collaborazione prestata nella fase di realizzazione delle indagini periodiche.
Si ringrazia la Provincia di Modena per il contributo dato alla realizzazione dell'Osservatorio e l'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Modena per aver fornito la lista delle imprese dell'universo e una serie di bilanci aziendali.
I principali risultati
Il periodo preso in considerazione in questo
rapporto, compreso tra il 1998 e il 2001, si caratterizza per la presenza di
un anno eccezionale come il 2000, nel quale il tessile abbigliamento italiano
registra una rilevante crescita delle esportazioni e un incremento significativo
del fatturato.
In questo contesto il distretto di Carpi registra una sostanziale tenuta del
valore della produzione, interrompendo la tendenza alla diminuzione del fatturato
che ha caratterizzato tutti gli anni novanta. In termini di performance di mercato,
il periodo 1998-2001 rappresenta la fase meno negativa attraversata dal distretto
nel corso degli ultimi dieci anni.
Se si considera la dinamica delle imprese e degli occupati, il tessile abbigliamento
locale continua invece a ridimensionarsi. Negli ultimi tre anni il processo
di selezione delle aziende subisce un'accelerazione, sia fra le imprese che
operano per il mercato finale sia fra quelle di subfornitura, e l'occupazione
diminuisce a tassi più elevati rispetto alla media registrata nella seconda
metà degli anni novanta.
Nelle imprese finali la forte selezione riguarda, come nel biennio precedente,
le aziende di minori dimensioni appartenenti alla classe fino a 9 addetti. Questo
nucleo di imprese rimane il più numeroso all'interno del distretto, ma perde
notevolmente peso dal punto di vista economico. Diminuisce anche il numero di
imprese finali con una occupazione superiore ai 50 addetti e il ridimensionamento
di queste aziende si registra anche in termini di fatturato.
La tendenza legata al progressivo rafforzamento delle imprese finali appartenenti
alla classe 10-49 occupati, prosegue quindi anche negli anni più recenti. Le
aziende di questa taglia dimensionale incrementano di numero e registrano performance
di mercato decisamente superiori a quelle delle imprese più piccole e più grandi.
La cessazione di molte imprese finali di piccole dimensioni contribuisce, in
questi anni, alla crescita della dimensione economica media delle aziende ancora
attive e, in misura inferiore, all'incremento della dimensione occupazionale
media.
Tuttavia, il grado di concentrazione della produzione registra soltanto un lievissimo
incremento, in quanto fra le imprese di maggiori dimensioni soltanto una presenta
performance di crescita particolarmente positive. Il distretto di Carpi mantiene
quindi la propria fisionomia fondata sulla presenza di numerose aziende di medie
e piccole dimensioni, anche fra quelle che operano per il mercato finale. Nel
periodo 1998-2001 gli elementi di novità che caratterizzano le dinamiche delle
imprese finali riguardano numerosi aspetti. In primo luogo, le aziende finali
che registrano le migliori performance di mercato sono quelle pluricomparto,
e cioè le aziende che offrono una gamma completa di prodotti, composti sia di
capi in maglia che di capi in tessuto.
Le altre imprese che mostrano una significativa crescita del fatturato sono
le aziende pronto moda sopravvissute alla forte selezione avvenuta nella prima
metà degli anni novanta. Nel corso degli ultimi tre anni si assiste nel distretto
ad un incremento della produzione pronto moda, più accentuato nel comparto della
confezione, ma presente anche nella maglieria, che riporta la quota di produzione
flessibile (non il valore), pari a circa un terzo della produzione locale, ai
livelli registrati all'inizio degli anni novanta.
Le imprese pronto moda rimaste nel distretto non hanno dimensioni piccolissime,
appartengono prevalentemente alla classe 10-49 addetti e sviluppano fatturati
significativi.
Fra le prime dieci imprese del distretto, per dimensione economica, due operano
secondo il calendario pronto moda. Le imprese finali che seguono il calendario
di produzione più diffuso all'interno del distretto, il calendario cosiddetto
programmato, subiscono nello stesso periodo una diminuzione del fatturato, a
causa soprattutto della chiusura di numerose aziende di piccole dimensioni (fino
a 9 addetti), e in parte per le performance non positive della maggior parte
delle imprese più grandi.
L'aspetto rilevante è che nelle imprese che operano secondo il calendario programmato,
che costituiscono la maggioranza delle aziende finali del distretto, si registra
un incremento delle produzioni di fascia alta e un aumento, non trascurabile,
delle vendite destinate direttamente al canale del dettaglio.
Queste due tendenze, legate alle politiche di prodotto e ai canali distributivi,
confermano il proseguimento di quella strategia che nel corso degli anni novanta
ha portato il distretto verso un riposizionamento su fasce di mercato più elevate.
Il risultato netto delle dinamiche appena descritte è che i canali distributivi
utilizzati dalle imprese locali vedono, per la prima volta nella storia del
distretto, un'incidenza del canale del dettaglio molto simile a quella dell'ingrosso.
Le vendite ai grossisti continuano infatti a diminuire, malgrado la ripresa
del pronto moda locale, in quanto su questo canale distributivo perdono quote
di mercato soprattutto le imprese che operano in programmato e, in particolare,
quelle di minori dimensioni.
E' interessante sottolineare che anche le vendite alla grande distribuzione
diminuiscono in questi ultimi anni, sia in valore che in quota sul totale, confermando
le considerazioni contenute nei precedenti rapporti dell'Osservatorio, relative
alla difficoltà che questo canale distributivo possa rappresentare un partner
stabile per le piccole imprese finali del distretto o un cliente, in prospettiva,
più importante. Il posizionamento del distretto sulla fascia medio-alta, media
e alta del mercato, la specializzazione su piccole serie di produzione e su
produzioni realizzate in tempi veloci, rimangono i caratteri di fondo del sistema
produttivo locale.
Altri elementi di novità che si rilevano nel periodo 1998-2001 riguardano la
localizzazione del decentramento produttivo e la subfornitura locale.
In questi anni si assiste ad un incremento delle produzioni decentrate a livello
locale, soprattutto nelle aree della provincia di Modena e Reggio Emilia limitrofe
al distretto.
Questo fenomeno corrisponde alla diffusione di laboratori di subfornitura gestiti
da cinesi che nel corso degli anni più recenti si sono inseriti nel sistema
produttivo locale, realizzando soprattutto le fasi di lavorazione a maggiore
intensità di lavoro, come la cucitura dei capi o lo stiro.
Le aree di localizzazione del decentramento produttivo che perdono peso in questi
anni sono soprattutto le regioni del sud, e in parte l'estero, anche se nella
forma del decentramento completo, in quanto il decentramento di fase verso i
paesi esteri rimane sostanzialmente stabile. Nel complesso ciò che si verifica
è una diminuzione del grado di internazionalizzazione produttiva del distretto,
e un rientro di lavorazioni a livello locale.
La tendenza al rientro di lavorazioni prima decentrate al sud o all'estero risulta
molto più accentuata nel comparto della confezione su tessuto, in quanto le
imprese di maglieria hanno sempre decentrato maggiormente a livello locale.
Le aziende di subfornitura storicamente presenti nel distretto non hanno tuttavia
beneficiato di questo processo di rientro di lavorazioni. Il fenomeno è stato
infatti indotto dalla diffusione di laboratori cinesi in grado di lavorare a
prezzi estremamente competitivi e con tempi di produzione particolarmente veloci.
Questi laboratori, oltre ad essere localizzati prevalentemente nei comuni limitrofi
al distretto, operano in misura rilevante nel sommerso, per cui la loro quantificazione
risulta difficile.
La concorrenza da questi esercitata ha tuttavia accelerato in questi anni la
fuoriuscita dal settore di una parte della subfornitura locale, specializzata
nelle fasi di cucitura dei capi e dello stiro, sostituendosi in parte ad essa.
La subfornitura del distretto registra tassi di cessazione di attività elevati
e perdite occupazionali superiori alle medie dei bienni precedenti. Questa tendenza,
certamente favorita dalla crescente concorrenza esercitata dai laboratori cinesi,
si innesta tuttavia su un fenomeno anche naturale, legato alla fuoriuscita dal
settore di numerosi artigiani di prima generazione e alla mancanza di ricambio
generazionale. Nell'ambito della subfornitura locale le sole imprese che riescono
a mantenere stabile il valore della produzione, pur ridimensionandosi in termini
di numero e di addetti, sono le tessiture di maglieria.
Le aziende specializzate nella tessitura di capi in maglia rappresentano la
parte più qualificata e tecnologicamente avanzata della subfornitura locale.
I dati dell'Osservatorio hanno sempre messo in evidenza il forte impegno di
queste imprese sul fronte degli investimenti in nuove tecnologie di produzione,
e la capacità di competere su un mercato che richiede flessibilità produttiva
ed elevata qualità del prodotto. Queste aziende, oltre ad essere ad elevata
intensità di capitale, sono soggette a una continua e rapida innovazione tecnologica
e svolgono un ruolo fondamentale nel supportare le imprese finali di maglieria
nella fase di studio e messa a punto del prodotto e delle collezioni.
La competitività dell'intero comparto della maglieria, il prevalente all'interno
del distretto, si fonda sulla dotazione tecnologica e sulle competenze presenti
in queste imprese, la cui efficienza assume una valenza strategica per il distretto
di Carpi . Sul fronte della subfornitura le prospettive appaiono condizionate
da più fattori.
Da un lato, sono presenti fattori di tipo strutturale e comuni a tutte le imprese,
quali l'invecchiamento dei titolari/soci, la mancanza di ricambio generazionale
e la difficoltà a reperire personale sul mercato del lavoro locale.
Dall'altro, invece, si individuano elementi che si differenziano in relazione
al fatto che le imprese siano ad elevata intensità di capitale, come le tessiture,
o ad elevata intensità di lavoro, come le aziende che realizzano la confezione
dei capi.
Nel primo caso, la competitività è garantita dalla costante innovazione tecnologica,
oltre che dalla capacità di offrire servizi aggiuntivi al cliente e di realizzare
prodotti di qualità, in serie corta e in tempi rapidi.
Nel secondo caso, invece, la tecnologia non entra nel gioco competitivo e la
capacità dei subfornitori locali di realizzare prodotti di qualità, in serie
corta e in tempi rapidi si è rivelata adeguata per far fronte alla delocalizzazione
produttiva verso le regioni del sud ed i paesi esteri, ma insufficiente per
contrastare la concorrenza dei laboratori cinesi insediatisi negli ultimi anni
a livello locale.
Questi laboratori si sono inseriti nel segmento, ancora significativo all'interno
del distretto, delle produzioni di fascia media realizzate in tempi veloci.
Per le prospettive della subfornitura locale il sostegno agli investimenti e
all'innovazione tecnologica rappresentano interventi a carattere strategico,
ma nel contesto delineatosi negli ultimi anni risultano importanti anche iniziative
finalizzate a contenere e ridurre l'area del lavoro sommerso e irregolare.
Con riferimento alle imprese che operano per il mercato finale è opportuno sottolineare
come le prospettive del distretto siano strettamente legate alla capacità delle
aziende locali di continuare sulla strada della qualificazione del prodotto
e del potenziamento delle vendite attraverso canali distributivi diretti. Questa
strategia, seguita prevalentemente dalle imprese medie e medio-grandi dell'area,
è stata accompagnata anche dall'affermazione di nuovi marchi industriali. Ai
fini di una promozione complessiva del sistema produttivo locale, la valorizzazione
della presenza di questi marchi potrebbe rappresentare un intervento utile sia
al rafforzamento dell'identità del distretto sia al rinnovamento della sua immagine
esterna.
L'analisi delle prospettive del distretto assume contorni più complessi se riferita
alle sole imprese finali di minori dimensioni. La capacità di queste aziende
di ideare prodotti di qualità, in linea con le tendenze della moda, e di realizzare
prodotti personalizzati anche sulle esigenze dei singoli clienti costituiscono
dei reali punti di forza.
Tuttavia, la forte selezione avvenuta negli ultimi anni dimostra come queste
imprese abbiano seri problemi di redditività e di consolidamento delle relazioni
con la distribuzione. Il sostegno di queste imprese nella ricerca di nuovi spazi
di mercato, e di nuove forme di collaborazione con il sistema distributivo,
potrebbe costituire un intervento utile per valorizzare la peculiarità e il
principale punto di forza di questo distretto: l'offerta di un'ampia varietà
di prodotti di fascia medio-alta e di servizi qualificati e personalizzati sulle
esigenze del cliente.
In termini più generali, occorre tuttavia ricordare che da un decennio i tassi
di crescita delle esportazioni del distretto si collocano sistematicamente al
di sotto delle medie regionali e nazionali.
Pur avendo incrementato la propria propensione esportatrice, il distretto di
Carpi rimane fortemente legato al mercato interno, ed è quindi sul fronte dei
mercati esteri che le azioni di promozione e di ampliamento dei mercati di sbocco
andrebbero potenziate.